
TRILAND
di Eleonora Pannunzi
Per un inaspettato cambio di rotta mi sono ritrovata ad oltrepassare il Valico di Fusine, che dalla Slovenia permette di entrare in Italia. Pochi metri dopo, il cartello per l’Austria segna 6km. Mi trovavo in un’area di triplice confine: un territorio geografico in cui tre diversi Paesi si incontrano in un unico punto esatto; al mondo ne esistono solamente 157 e uno di questi lega proprio Italia, Slovenia e Austria.
Per la prima volta ho sentito il peso e la consapevolezza di aver valicato una frontiera.
In quella circostanza è nato Triland, un’indagine fotografica che si dirama lungo le coordinate del triplice confine, inseguendo il bisogno di esplorare la complessità dell’abitare in un’area di frontiera che coinvolge tre Paesi.
Nonostante le separazioni geografiche, i tre Paesi – da cui Triland, il titolo del progetto – lasciano il passo a un senso più diffuso di condivisione, che si esprime nella contaminazione reciproca, nella pluriculturalità e nel plurilinguismo.
Dunque, cosa siamo di fronte ad un confine?
L’intento di questo progetto è di indagare il significato contemporaneo di confine, mostrando l’intricata sovrapposizione culturale e storica tra le tre comunità attrici – che suggeriscono di riconoscere il confine come un’opportunità di incontro: un invito ad uscire dalle narrazioni monodimensionali e ad accettare le diversità.







































